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domenica 16 ottobre 2022

war.raw

in my mind it's all confused, some shots are blurry, then I get closer, he opens his eyes and then dies. I open the folder, even the pixels bleed, many to form a photo, too few to tell a life .. how disgusting..

giovedì 11 settembre 2014

backwards glances











Two worlds
live together in the existence,
this and the other.
Two shapes
run along the pavement,
the dog and the blind man.
The earth or the sea.
Two choices:
to visit life
birth and death,
to weigh its colours
night and day.
And two eyes
to look around us.
Mine or yours,
it makes not differences.


lunedì 15 luglio 2013

u.w.w.s.













Things on newscast (caught by LOMO action sampler).
Thanks to mrs. Gruber in the nineties.


mercoledì 12 giugno 2013

try to know the earth, baby.










Stroking its finiteness,
tightening its substance,
breathing its energy.
We with it, one thing.
Now we are earth,
after we could be soul.

lunedì 28 gennaio 2013

traduzioni catodiche (1998)











A girar per strada con la macchina a tracolla ed il cavalletto sotto braccio non si può poi andar così lontano.
Un clic per mutare uno spazio in una immagine a due dimensioni e fermare il tempo. Ma quel che lo rende speciale è proprio l’assenza oggettiva della quarta dimensione. Una frazione di secondo e un clic non diventa registrazione ma rappresentazione della materia reagente alla luce. Grigie sfumature e dissolvenze colorate atte a focalizzare qualcosa, trait d’union invisibili a saturare la forma del tempo e la durata dello spazio.
Questa lettura a mezzo di fotogrammi è l’occhio (dis)umano a decidere quando farsi. Ma è la pellicola, l’obiettivo e più di tutto la materia e la luce che hanno facoltà di farsi soggetto fotografico e darsi alla fotografia. A morire come immagine e stazionare nel limbo di stampe e ristampe nel ricordo dell’hic et nunc e dell’aura che un tempo fu.
Ma l’immagine della materia o la materia immaginata è se non altro anche sorgente di luce. Immagine sempre bidimensionale per natura che diventa proiezione di se stessa, presentandosi come mosaico aureo a tessere di pixel.
Quindi è l’occhio che, analfabeta,legge immagini che il dizionario catodico traduce:
colori ritmi contrasti,
silenzi suoni ribollimenti,
visi crisi sorrisi,
sguardi espressioni delusioni,
sequenze presenze assenze,
profili profeti profitti,
caratteri universali e peculiarità dell’ essere odierno continuamente sottoposto a raffiche di segnali fisici e virtuali sempre più lontani da toccare, contattare... perché sempre più piccoli, immateriali, inesistenti.
Exploit dell’essere schiacciato tra due secoli, strabiliato o allucinato o idiota.
Mai geniale, non tanto pazzo per esserlo.

giovedì 24 gennaio 2013

who broke the large glass?


















untitled (1999)

night tour



i saw my guardian angel in a taxi. (barcelona, 2006)

we'll dream differently

first i divide in two, then in five.
after i model, i touch the consistency.
late i close my eyes. ok:
different shape, but same substance.
each part is equal.